Mastoplastica additiva
Una paziente con seno di piccole dimensioni o con seno svuotato (magari a seguito di gravidanze e allattamento o forte calo ponderale), può richiedere una correzione chirurgica che andrà a rendere nuovamente armonico il corpo, attraverso l’inserimento della protesi giusta. Una dimensione ridotta delle ghiandole mammarie già dal completamento dello sviluppo, o un loro svuotamento progressivo può creare discomfort psicologico alle donne. In questo caso l’inserimento di protesi mammarie aiuta a ridonare armonia al torace e migliorare l’autostima delle donne che si sottopongono a questa procedura.
Quando eseguire un intervento di mastoplastica additiva
L’intervento va eseguito sicuramente dopo la maggiore età, a completo sviluppo mammario e dopo che nelle pazienti si manifesti un reale desiderio di modificarlo. L’intervento di mastoplastica additiva è rivolto anche a tutte le persone che hanno intrapreso un percorso di transito e cambiamento di sesso in questo caso andro-ginoide (da uomo a donna). Sono ovviamente necessari requisiti di idoneità psicologica in questo caso.
Visita specialistica
E’ utile necessaria per valutare la vera necessità o meno dell’intervento e, in caso in cui sia indicato, valutare la modalità di esecuzione, la tecnica da adoperare, il tipo di protesi da utilizzare ed il volume finale.
Inoltre, la visita consente di far capire alla paziente, quali sono i risultati che si possono raggiungere in relazione alle proprie aspettative di partenza, senza che se ne creino di false o risultati esteticamente non riconosciuti dalla paziente stessa.
Modalità d’intervento, durata ed anestesia
Le vie di accesso per l’inserimento della protesi sono:
- per via ascellare;
- per via areolare;
- attraverso il solco sottomammario.
La protesi, a seconda delle caratteristiche della ghiandola mammaria della paziente, può essere posizionata:
- retroghiandolare (sopra muscolare);
- retromuscolare (dietro il muscolo grande pettorale).
L’intervento si esegue in anestesia generale ed ha una durata di circa 60 minuti.
Degenza e convalescenza
L’intervento prevede, nella maggior parte dei casi, una notte di degenza con dimissione la mattina successiva all’intervento. Si raccomanda riposo e cautela nei movimenti nei primi 2-3 giorni e una graduale ripresa dell’attività nei giorni successivi. Dopo 4-5 giorni a seconda dei casi si potrà riprendere la guida e l’attività lavorativa. Nell’arco di due-tre settimane sarà possibile la ripresa dell’attività fisica.
Effetti collaterali temporanei
Si può avere dolore che normalmente è controllato con gli antidolorifici presenti sul mercato e che scompare nell’arco di una settimana.
Le protesi
La protesi può essere di due tipi a seconda delle necessità della paziente:
- rotonda;
- sagomata o protesi anatomica.
La sicurezza della protesi è data, prima di tutto, dalla ditta che la fabbrica. Ci sono prodotti di primissima qualità e prodotti di prima qualità. Tanto migliore è la protesi, tanto più sicuro sarà il suo utilizzo e impiego nel corso degli anni. Certamente non scoppiano e non si rompono da sole. Quindi la qualità della protesi è di fondamentale importanza per la corretta riuscita dell’intervento e per la sua durata nell’arco degli anni.
Ogni quanti anni vanno sostituite le protesi mammarie?
Le protesi mammarie non hanno una data di scadenza. Se sono buone, rimangono lì a distanza di 10, 20 anni. Solitamente non danno alcun problema. Quello che succede, è che cambia il nostro corpo intorno alla protesi. Si modifica. Noi ci invecchiamo, per cui una situazione messa in atto oggi, sarà sicuramente diversa tra 5 anni, tra 10 e tra 20 anni. Quindi si può dover intervenire nuovamente, ma non c’è una data di scadenza vera e propria. Talvolta il corpo reagisce in maniera esagerata all’inserimento al posizionamento della protesi creando una capsula cicatriziale molto dura. Questo potrebbe portare alla deformazione della protesi e rendere necessario un intervento di sostituzione della stessa.